LA STORIA DELLA MUSICA NAPOLETANA
LA CANZONE NAPOLETANA: La musica napoletana affonda le sue radici nel 1200, come espressione spontanea del popolo napoletano con il suo carattere gioioso e allegro, la canzone moderna, derivata da elementi musicali e poetici colti e popolareschi, ebbe invece origine nella prima metà del secolo scorso.
La forma più caratteristica della canzone popolare vocale italiana è quella della canzone napoletana, di incerta origine, che raggiunse il massimo sviluppo fra il 1800 e il 1850; a essa sono legati i nomi di musicisti e poeti famosi.
Tra i primi ricordiamo Francesco Paolo Tosti, Luigi Denza, Vincenzo e Nicola Valente, Mario Costa, Giambattista ed Ernesto De Curtis, Salvatore Gambardella, Eduardo Di Capua, E. A. Mario, Ernesto Tagliaferri, Rodolfo Falvo, Gaetano Lama; tra i secondi, Salvatore Di Giacomo, Libero Bovio, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo, Rocco Galdieri.
Di seguito una breve biografia di musicisti, artisti, poeti e compositori che hanno dato un contributo alla nascira della canzone napoletana, con un cenno alle opere e composizioni scritte.
Francesco Paolo Tosti, compositore e cantante italiano (Ortona, Chieti, 1846 - Roma 1916).
Allievo di Mercadante al conservatorio di Napoli, tenne applauditi concerti anche all'estero, interprete della propria musica, e fu ricercato maestro di canto.
Le sue romanze per voce e pianoforte, ricche di fantasia melodica e di raffinata scrittura, gli valsero ampia popolarità. Tra le più note: Vorrei morir, Aprile, Mattinata, Ideale, A Marechiare (su testo di S. Di Giacomo).
Luigi Denza, compositore e cantante italiano (Castellammare di Stabia 1846 - Londra 1922).
Insegnante di canto alla Royal Academy of Music di Londra, compose un'opera teatrale, musica da camera, canzoni napoletane (Funiculì-funiculà, T'allicuorde, ecc.) cui soprattutto è legata la sua fama.
Mario Costa, compositore italiano (Taranto 1858 - Montecarlo 1933).
Nipote del direttore d'orchestra M. Costa, si formò prima al conservatorio di Napoli, poi al Londra (dal 1881) e a Parigi (dal 1885).
Il successo di pubblico e di critica gli venne dall'interpretazione delle proprie composizioni, in particolare canzoni e romanze scritte sui testi del poeta S. Di Giacomo. Fra i brani più celebri, Nanni (1882) Luna Nuova (1887) Serenata napulitana (1896) e Mimì Pompon (1925).
Ernesto De Curtis, compositore italiano (Napoli 1875 - 1937).
Autodidatta, musicò soprattutto i versi del fratello Giambattista (1860 - 1926) e di altri poeti partenopei, firmando arie destinate a rimanere parte integrante del repertorio popolare napoletano, da Torna a Surriento (1902) a Voce 'e notte (1904), da Lucia Luci (1911) a Sona chitarra (1913).
Salvatore Gambardella, compositore italiano (Napoli 1873 - 1913).
Autodidatta, si specializzò in canzoni napoletane firmando alcune celebri melodie del repertorio partenopeo. Tra i successi maggiori, 'O maresciallo (1893) Serenata a Surriento(1907) e Mimì Tirabusciò (1911).
Eduardo Di Càpua, compositore italiano (Napoli 1865- 1917).
Autore di canzoni, raggiunse con alcune di esse la massima popolarità anche all'estero ('O sole mio, Maria Marì, ecc.).
Mario E. A., pseudonimo di Giovanni GAETA, musicista e poeta italiano (Napoli 1884-1961), noto soprattutto come autore di canzoni napoletane.
Il suo nome è legato alla canzone napoletana, di cui fu autore sensibile di testi e musica, e alla Leggenda del Piave, che scrisse e musicò nel 1918.
Tra i suoi maggiori successi canzonettistici si annoverano Vipera, Rose rosse, Santa Lucia luntana.
Fu inoltre autore di volumi di versi (Acqua chiara, 1918 e 1959, ecc.), di un'opera teatrale e di libretti d'operetta. Nel 1920 fondò a Napoli la casa editrice musicale omonima.
Ernesto Tagliafèrri, compositore e direttore d'orchestra italiano (Napoli 1889 - Torre del Greco, Napoli, 1937). Raggiunse ampia popolarità come autore di canzoni (Napule canta, Mandulinata a Napule, ecc.). Lasciò inoltre alcune operette.
Salvatore Di Giacomo, poeta dialettale, scrittore e drammaturgo italiano (Napoli 1860-1934). Vissuto tutta la vita a Napoli dove, entrato giovanissimo nel giornalismo, collaborò a numerosi giornali e riviste, divenne poi bibliotecario della Lucchesi- Palli, una sezione della Biblioteca nazionale.
E' autore di alcune raccolte di novelle (Novelle napolitane, 1914; L'ignoto, 1920) e di numerosissime poesie (Sonetti, 1884; Ariette e sunette, 1898; Canzoni e ariette nove, 1916), alcune delle quali, musicate, sono entrate nel repertorio classico della canzone napoletana; l'edizione definitiva delle Poesie è del 1927.
Scrisse inoltre opere di storia e di erudizione sul Settecento napoletano (Storia del teatro di San Carlino, 1891; Celebrità napoletane, 1896; Luci e ombre napoletane, (1914 ) e numerose e celebri opere teatrali: 'O voto (1889), A San Francisco (1896), 'O mese mariano (1898), Assunta Spina(1909).
In tutta la sua opera traspare l'amore che egli ebbe per la storia e l'aneddotica di Napoli, e soprattutto per la folla pittoresca e insieme malinconica dei suoi più umili abitanti; la contemplazione di questa realtà lo fa cadere talvolta nei toni sentimentali o melodrammatici, ma nelle sue opere migliori raggiunge quella musicalità ricca e dolce che è una delle doti più alte della sua poesia. Nel 1929 fu nominato accademico d'Italia.
Libero Bovio, poeta dialettale napoletano (Napoli 1883- 1942), figlio di Giovanni.
Le sue opere più note sono le Poesie(1928) di tono crepuscolare e alcune commedie (Vincenzella, 1919; Pulicinella, 1920). Molte sue canzoni di Piedigrotta sono tuttora popolari.
Ferdinando Russo, poeta dialettale napoletano (Napoli 1866-1927).
Giornalista, narratore, autore drammatico (Luciella Catena, 1920), è noto soprattutto per i suoi versi (Gano 'e Maganza, 1885; Sunettiata, 1887; 'N Paraviso, 1891, ecc.), in cui, piuttosto che abbandonarsi alle risorse musicali del dialetto, tende a dare una rappresentazione realistica della vita napoletana.
Ernesto Murolo, poeta dialettale napoletano e commediografo italiano (Napoli 1876-1939).
Rappresentante di spicco della poesia dialettale napoletana sull'onda della lezione di S. Di Giacomo, fu anche autore di alcune celebri canzoni.
I suoi versi sono raccolti in Canzonette napoletane (1910), Matenate (1912), Canta Pusilleco (1919) e poi in Poesie (1928), mentre tra le commedie più famose ricordiamo Addio mia bella Napoli (1909), Gente nostra (1910, in collaborazione con L. Bovio), O Giovannino o la morte (1912, in collaborazione con M. Serao), Calamita (1916).
Fece anche del giornalismo umoristico e fu impresario teatrale per le sue stesse commedie.
Rocco Galdièri, poeta, giornalista e drammaturgo italiano (Napoli 1877-1923).
Il suo nome è particolarmente legato alla canzone napoletana, di cui fornì vari testi.
Oltre a cinque raccolte di poesie, caratterizzate da toni malinconici, pubblicò tre lavori teatrali che ebbero grande successo: Aniello a ffede, Zia carnale, 'E cose 'e Dio. — Il figlio MICHELE (Napoli 1902-1965) scrisse commedie musicali e poesie, nonchè i testi di molte canzoni (Munasterio 'e Santa Chiara, Portami tante rose, Ma l'amore no).
Mario Pasquale Costa, (Taranto 1858-Montecarlo 1933), musicista pugliese.
Tenore e compositore di romanze e canzoni napoletane che interpretò con grande passione ("Serenata napulitana", "'O munasterio", "Luna nova").
Ebbe seguito anche a Parigi, dove scrisse la sua pantomima "Storia d'un Pierrot" (1893), con melodie delicate e sentimentali.
Gennaro Pasquariello, cantante e attore di varietà (Napoli 1869-1958).
Si è affermato come interprete di canzoni napoletane ("Ninì Tirabusciò", "Signorinella", ecc.), nei più famosi cafè chantant italiani ed europei.